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Green Economy: crescere con l’ambiente

Si parla sempre più spesso di green economy: una sfida che unisce le persone al profitto economico e che si basa sulla sostenibilità per generare valore per le imprese e i consumatori.

In un mondo sempre più attento alle tematiche ambientali a volte ci si dimentica che è anche l’economia a permettere alle persone di realizzarsi. Dall’altro canto, immersi come siamo nelle dinamiche veloci e repentine che caratterizzano il nostro lavoro e le nostre giornate in generale, spesso non riusciamo a seguire la nostra coscienza ecologica. 

La Green Economy nasce a questo proposito: unisce cioè i valori della sostenibilità a un sistema che non rinnega i precetti economici. In altre parole si vuole dimostrare che è possibile fare economia e generare valore e profitti anche con un’occhio all’ambiente e alla società.

L’economia del benessere

Il concetto di benessere è strettamente collegato a quello ambientale. La cura per l’ambiente infatti implica il rispetto non solamente della terra, ma anche di tutti i suoi abitanti. Abbiamo ormai compreso come un’economia degenerativa, basata sullo sfruttamento incondizionato delle risorse, può essere dannosa anche per l’uomo. La degradazione degli ecosistemi, i cambiamenti climatici e gli eventi disastrosi connessi a uno stile di vita improntato su un’economia poco responsabile si ripercuotono sull’uomo e diventano un costo insostenibile per l’umanità. 

Questo è il punto di connessione che si genera tra l’economia e l’ecologia: scelte sostenibili possono portare un profitto sostenibile. Nell’altro senso invece, le scelte spregiudicate di alcuni gravano sulle spalle di tutti. La Green Economy si inserisce in un periodo storico particolare, in cui questi sentimenti cominciano a essere reali, e prende la forma di una sfida a cui tutti possono partecipare.

Green Economy: i pilastri

Un approccio verde all’economia vede dei presupposti che sono legati a tematiche ben precise. L’energia gioca un ruolo fondamentale in questo campo, in quanto siamo in un periodo di forte cambiamento: la transizione verso le energie rinnovabili e sostenibili avanza in maniera costante e decisa. La mobilità, allo stesso modo, produce inquinamento e polveri sottili: proprio per questi sono molti i progetti che l’Unione Europea e l’Italia stanno avanzando per rendere gli spostamenti meno dannosi per l’ambiente. Ma anche l’edilizia, sia nei termini energetici di cui abbiamo parlato, ma anche in termini di inquinamento entra a pieno diritto nel tema della green economy. D’altronde la maggior parte del particolato oggi prodotto nelle grandi aree urbane proviene dagli edifici. Allo stesso modo l’industria, sia per la produzione che per i trasporti si dovrà confrontare in misura sempre maggiore con una economia più sostenibile.

Ebbene tutti gli aspetti di cui abbiamo parlato sono in grado di generare un profitto da un lato e di garantire un prodotto o un servizio dall’altro. La Green Economy si pone quindi proprio in questo contesto in cui ci sono servizi ricercati, ma ci sono anche diverse modalità per lavorare al meglio.

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L’industria può trarre beneficio sia in termini di crescita che in termini di reputazione attraverso la green economy

Infatti i pilastri della green economy affondano le proprie radici nei processi lavorativi delle aziende ma anche nelle abitudini di consumo della società. I punti cardine della green economy guardano quindi alle abitudini quotidiane ma anche ai processi più strutturati e si possono sintetizzare in 4 punti.

  • Risparmio energetico. Risparmiare energia significa ridurre il proprio impatto sull’ambiente senza sacrificare i benefici che derivano dall’energia stessa. Molte volte infatti, è sufficiente migliorare l’efficienza del sistema di generazione per diminuire sostanzialmente l’impatto ambientale.
  • Processi aziendali. Molti processi aziendali hanno un impatto diretto sull’ambiente in quanto producono scarti, imballaggi ed emissioni. Basti pensare alle spese di trasporto oppure ai tipi di packaging che vengono utilizzati. Molte aziende hanno deciso di rivedere questi processi proprio al fine di diminuire l’impatto sull’ambiente, ottenendo anche un riscontro sia in termini di reputazione che di risparmio economico.
  • Rifiuti e riciclo. Se si pensa alla mole di scarti che vengono prodotti in azienda si può avere un’idea del possibile impatto che questi possono avere sull’ambiente. Decidere quindi di adottare un imballaggio riciclabile, ridurre lo stoccaggio o rendere sostenibili i materiali dei nostri prodotti può fare la differenza.
  • Ridurre le emissioni. In questo caso le emissioni possono essere generate sia in fase di produzione che in fase di trasporto. Anche l’energia stessa utilizzata dall’azienda però produce emissioni. Le aziende che hanno inserito questi punti nel bilancio sociale ne hanno beneficiato anche in termini di reputazione e apprezzamento da parte dei consumatori.

Queste indicazioni sono ovviamente valide anche per tutti noi, non solo per le aziende, per cercare di ridurre l’impatto delle nostre scelte sul pianeta.

Crescita e sviluppo: tra qualità e quantità

Quando si parla di green economy si deve fare questa distinzione alla base: crescita contro sviluppo. Se per le persone i due termini possono avere un significato equivalente per le imprese non è così. Quando si parla di crescita infatti si fa riferimento a un dato quantitativo. L’azienda che cresce, in pratica, è quella che riesce ad aumentare i propri profitti nel corso del tempo. Il termine sviluppo invece ha un senso più ampio e attribuisce valore anche ai processi qualitativi e non richiede un consumo totale e degradante di tutte le risorse. 

In altre parole, l’azienda focalizzata alla crescita mira a massimizzare i guadagni aumentando la quantità di risorse utilizzate, mentre l’azienda focalizzata sullo sviluppo ha come obiettivo quello di generare profitto a partire dalla qualità dei processi.

Oggi è quindi essenziale iniziare a guardare l’ambiente come un protagonista attivo della nostra economia e non solo come un bacino di risorse da cui prelevare a seconda dei bisogni. Da quì la dicitura di “sviluppo sostenibile”, una crescita economica che preserva le risorse alla base della produzione per essere sopportabile nel tempo.

Vuoi leggere di più sul tema dello sviluppo sostenibile? Leggi l’articolo Sviluppo sostenibile: il patrimonio delle generazioni future

La ripartenza green 

Ciò che ci permette di capire l’importanza che oggi riveste la Green Economy sono gli investimenti che vengono stanziati dalla Comunità Europea per progetti di questo tipo. Basti pensare che una cospicua parte del nuovo Recovery Fund è dedicata a programmi green.

Il ministro Costa, nell’intervista del Sole 24 Ore, ha infatti affermato:

Il 37% delle risorse assegnate al nostro Paese deve andare al green, non al ministero dell’Ambiente, con un concetto trasversale di sostenibilità: dobbiamo utilizzare questi fondi in modo intelligente, indirizzandoli su settori come rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per l’ambiente, mobilità sostenibile, cambiamenti climatici, aiuti alle imprese green.

Ministro Costa

L’economia green rappresenta quindi un investimento importante oggi e tocca diversi settori, da quello energetico a quello edilizio, dalla mobilità alle imprese produttive di ogni natura e ai servizi. In fondo il contesto che ci troviamo a vivere rende tutti attori di una transizione più necessaria che mai, che toccherà la società e le aziende.

A risentire positivamente dei nuovi paradigmi economici che si vengono a creare è anche il lavoro. Secondo Unioncamere infatti negli ultimi 5 anni la crescita complessiva dei green jobs è stata del 5,3%, con un numero di addetti che supera il 13% dell’occupazione totale.
Con questi numeri la green economy rappresenta un eldorado non solo per le aziende ma anche per i lavoratori.

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